La Compagnia Teatrale LegÀmi nasce nel 2018, come progetto dedicato alla formazione teatrale, alla produzione di spettacoli e all’organizzazione di rassegne e festival per la comunità.
Può essere definita uno “spazio vuoto”, un contenitore poetico e fucina di nuovi linguaggi performativi, costruito su istanze politiche e sociali del contemporaneo.
La ricerca artistica, come quella poetica, affonda le radici nello stretto rapporto con la comunità in cui è inserita, con l’obiettivo di proporre atti performativi autentici che fuoriescano dal costrutto teatrale per riversarsi nella piazza, intesa come luogo d’esistenza.
La fondatrice, regista e training director, Mariagrazia Bazzicalupo, dopo anni di collaborazioni artistiche e formazione nell’ambito del teatro di ricerca, ha sentito l’esigenza di creare uno spazio dedicato alla sperimentazione di linguaggi e alla produzione teatrale. L’arrivo di Marco Rampello, attore, formatore teatrale e training leader, ha arricchito il lavoro di ricerca e di training con il suo approccio Odiniano.
La Compagnia è composta da formatori e formatrici teatrali, attori, attrici e performer, artistǝ provenienti dal teatro fisico, dal teatro danza, dal circo e dal teatro di figura, che portano, all’interno di LegÀmi, non solo la visione artistica, ma anche e soprattutto quella umana.
La Compagnia Teatrale
Manifesto della Compagnia LegÀmi
RIVOLUZIONE
È un dovere personale.
È dentro, è fuori,
Ma soprattutto prima
verticale e dopo orizzontale.
In mezzo alle cose che
non si vedono ma si sentono,
Dove il tocco delle
labbra appare soavemente sospeso
Perché la parola non conta,
Lì c’è una nuova strada
per fare Teatro.
Perché oggi noi siamo
quelli che vengono da lontano,
Figli di uomini
Che sono stati a loro volta
Figli di altri uomini,
Fino alle origini, fino
all’origine: di quando tutto era organico, unito, umano.
Prima della separazione,
prima del dopo
E nel mezzo dell’istante,
L’uomo è al centro di un
processo individuale
Per prendere in mano la
coscienza collettiva e rigenerare
Il proprio vissuto
Con occhi lucidi, senza
paura di essere,
Senza vergogna di non essere,
Senza aspettative di
dover essere.
L’incontro è apertura, è
accoglienza dell’antico che ritorna
Come flusso
Come vento
Come fiume che ci inonda
e ci riempie di energia:
Non solo meccanica ma di
vivido spirito
Intrecciato al corpo e
alla mente,
Al cuore e al respiro in
un unico abbraccio.
Un atto totale che non
giunge occasionalmente
Ma solo quando si lascia
andare il superfluo,
Quando si perde il
controllo dell’intelletto,
Quando all’improvviso il
tuo essere è luce senz’ombra,
Ma essere che di tenebre
si nutre e in esse si fonde.
La notte dei tempi, di un
passato troppo lontano
A cui però è necessario
tendere per tornare ad essere umani!
La reminiscenza non come
atto di fede, ma come chiave di ricerca
Di nuovi linguaggi che
possano esprimerci e avvicinarci l’un l’altro.
Perché se mi mostrerai
il tuo uomo, io ti mostrerò il mio Dio.
Vicino a chi non è
intrappolato nella forma
Ma libero di sfuggire al
proprio giudizio,
A chi si cala le braghe e
non mente, è pronto a svelarsi
Per commettere il peccato
mortale di esistere:
E solo in questo gesto
demoniaco ritrova il legame con la stirpe di Davide.
Perché la terra su cui
soggiorniamo è una locanda
In questo viaggio che
facciamo.
E’ nostro diritto e
dovere pretendere
Di abitare luoghi che siano
Un sano rifocillare
dell’anima,
Lì dove il Sé regna sovrano
In assenza di tempo
meccanico che ci guida
E ci controlla il quotidiano.
Perché solo l’azione può
cambiare lo stato delle cose.
Solo adesso io e te,
giocando insieme a guardarci negli occhi
E seriamente vedere oltre
il visibile muoversi delle palpebre,
Possiamo raccontare di
quello che l’Umano è fatto,
Testimone millenario di qualcosa
Di troppo sottile per
essere afferrato e spiegato,
Ma talmente forte da
essere lo slancio vitale,
Il serpente,
La matrice del tutto che
Solo
quando siamo PRESENTI ci appare.
Grazie a Clemente Tecchia per l’ispirazione e le parole